Misure: 24 cm x 24 cm
IL PEZZO ICONA
Cromatismo misurato e dorature. Trionfa il disimpegno, la pacatezza, il sereno. Il ragno tesse la tela.
Questo vaso è l'immagine più rappresentativa del marchio Pucci. Entrato in catalogo nei primi anni '50, esprime a pieno lo spirito artistico della fase centrale e più rinomata della manifattura di Umbertide. La sagoma ricorda un pallone da calcio (sport già da tempo nel cuore degli italiani) in una versione afflosciata. Quattro ammaccature, infatti, lo deformano dandogli un aspetto morbido, per nulla dinamico e competitivo. Contribuiscono a dare un senso di pacatezza e serenità le immagini rappresentate su di esso, gli elementi a forma di S (forse vermetti), le coccinelle in bassorilievo e i grandi ragni appoggiati sulla trama dorata con sette zampe. L'animaletto, da sempre simbolo di fortuna, invita alla speranza. Nel dopoguerra, la sua figura legata alla buona sorte è riscontrabile in molta iconografia delle arti applicate; compare, tra l'altro, anche in gioielleria, proposta in ciondoli per collane e nei famosissimi braccialetti charms. Proprio dalla gioielleria, Pucci trasse l'idea di creare le spille-ragno in ceramica. Prodotte in numero limitato, misurano circa 6 cm e il loro aspetto è identico a quello degli animaletti applicati sugli oggetti: sette zampine dorate e corpo in smalto colorato.
Domenico Pucci. Note biografiche.
Nato a Umbertide nel 1903, Domenico Pucci studia a Milano dove si laurea nel 1928 in Ingegneria Meccanica presso l'attuale Politecnico. Influenzato da professionisti del calibro di Arturo Danusso e Piero Portaluppi, porta avanti una progettualità modernista che concretizza attraverso la capacità di proporsi in modo nuovo in diversi ambiti lavorativi. Tra il 1933 e il 1940 realizza progetti di ville unifamiliari all'avanguardia per soluzioni tecniche; nel 1934 diventa socio delle Ceramiche Rometti e nel 1947 fonda le Ceramiche Pucci, poi Maioliche Pucci (1958-1962), suo maggior successo imprenditoriale in Italia e all'estero. Personalità dalle multiformi capacità eclettiche, l'ingegnere nel 1950-52 progetta anche un'utilitaria: PUCCI, le cui lettere formano l'acronimo Piccola Utilitaria Carina Confortevole Ideale. Ridenominata simpaticamente Puccina, la piccola automobile rimase un prototipo mai commercializzato; vide anche una riproduzione in miniatura che, a lei del tutto simile, presenta la carrozzeria in azzurro pallido e l'interno rosso. Concepita come gadget per l'acquisto dell'autovettura reale, anche la ceramiche rimase un prototipo, non entrò mai in catalogo, quindi ne esistono pochissimi esemplari. Dopo la chiusura della manifattura ceramica, Domenico Pucci insegna Disegno Tecnico presso gli Istituti Tecnici Industriali Don Bosco e Alessandro Volta di Perugia nel 1963 fino al 1973. Muore a Umbertide nel 1980.